CSCT Meteo - Center For Study on Climate and Teleconnections
mercoledì 12 novembre 2025 - 

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Ben ritrovati a tutti nel "day after tomorrow" di una Proiezione Invernale che ha provocato molto scalpore nel web. Ci riferiamo al fatto che oggi, diverse testate giornalistiche, hanno rilanciato le proiezioni stagionali del modello OPI (October Pattern Index) sviluppato da CSCT Meteo.
Se da un lato ci fa piacere, dall’altro non possiamo sottacere il nostro stupore nel constatare come tali testate abbiano trasfigurato la nostra rappresentazione con l’intento, crediamo, di fare tanto - insano -sensazionalismo.

Per capirci meglio, il messaggio chiave della previsione dettata dal nuovo modello OPI parla di un Inverno complessivamente Anticiclonico ed avaro di precipitazioni, con sottomedia pluviometrico anche rilevante soprattutto per la seconda metà della stagione.
In un contesto anormalmente anticiclonico per via di velocità zonali via via crescenti, il modello, nel setup relativo all’attività d’onda extratropicale, ha evidenziato una prima metà contraddistinta da N.2 forcing planetari con contributo importante della W2 Atlantica:



Tali forcing, soprattutto con riferimento al secondo, andranno ad agire in un contesto polare di velocità zonali elevate, ed i relativi effetti potrebbero mostrare limitazioni, sia da un punto di vista temporale che dell’assetto forse sin troppo orientale:



Tale forma di incertezza, come precisato, in mancanza del dato sulla variabilità dell’AO (vedi programma di sviluppo 2026), non può essere dipanata. Tuttavia, da nostre valutazioni derivanti da primissime analisi sperimentali sulla variabilità dell’AO, la stessa dovrebbe mantenersi su livelli di maggiore neutralità nel mese di Dicembre per poi salire progressivamente fino ad impennarsi a Gennaio.

Da qui ne risulterebbe che il primo episodio di attività d’onda di dicembre avrebbe maggiori chance di produrre risvolti sull’Europa occidentale, potenzialmente anche rilevanti, mentre il secondo, in programma tra fine Dicembre e prima parte di Gennaio, potrebbe risultare più compromesso per via di un regime di velocità zonali già troppo elevato.
Saranno poi i modelli deterministici, a pochi giorni di distanza dagli eventi, a decifrarne i relativi dettagli.

Ora, a fronte di tale analisi modellistica, l’UNICO messaggio che è trapelato dall’iperbole giornalistica è che il nuovo modello OPI avrebbe previsto almeno due ondate di gelo storiche (definite anche “clamorose”) sull’Italia, con ulteriore enfatizzazione arrivando a paventare il rischio di immediato e intenso “Burian” (il vento gelido continentale russo).

Ci premeva prendere le distanze da questo genere di divulgazione giornalistica e, con l’occasione, vi ringraziamo ancora una volta per l’attenzione che mostrate nei confronti della nostra attività di ricerca.


Riccardo Valente, Alessandro Pizzuti, Fabio Gervasi, Filippo Casciani, Matteo Innocenti, Lorenzo Allegri



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