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domenica 08 dicembre 2024 - 

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Buongiorno e buona domenica cari lettori.
Come già evidenziato nel precedente primo appuntamento, i lavori della nuova ricerca sono pienamente “work in progress”.
Addirittura, proprio in questi giorni, ci stiamo concentrando sulla fase di debug post implementazione.
Tuttavia, nonostante ciò, ci teniamo a portare avanti e con estrema apertura, questa condivisione che potremmo dichiarare “tanto prematura quanto entusiasmante” ed,  in tal senso, non ci spaventa per nulla l’eventualità di dover assistere insieme ad alcuni errori.
Anzi, questi saranno eventualmente considerati come fonte di analisi e di spunto per successivi miglioramenti.
Proprio durante la predetta attività di debug, ad oggi ancora in corso di espletamento, sono venuti all’attenzione alcune imprecisioni sulla gestione degli array del parametro “vento”.
La risoluzione di questo problema ha portato ad un modesto assestamento dei valori del PWAI e, per l’effetto, dei grafici d'attività d’onda (di seguito il nuovo grafico di attività d’onda):

Nel frattempo è stato possibile sviluppare anche un' analisi di dettaglio delle creste d’onda , con particolare riguardo a quella di nostro primario interesse (Onda Atlantica -Wave 2):

Img.  Dettaglio “cresta d’onda wave 2"


Complessivamente, da questi ultimi aggiornamenti, è possibile cogliere i seguenti ulteriori spunti di analisi:


La prima fase di attività d’onda, con specifico riguardo alla Wave 2 (la quale, come noto, è l’onda maggiormente condizionante per il dinamismo atmosferico invernale europeo) appare leggermente anticipata.
Trattasi comunque di un aspetto di estremo dettaglio che nulla sposta rispetto alle considerazioni esposte nel primo appuntamento.

La seconda fase di attività d’onda, sempre con un occhio di riguardo verso il grafico di dettaglio della cresta della Wave 2, risulta  confermata grossomodo verso seconda metà/terza decade di Gennaio (al più primissimi di Febbraio).
A livello qualitativo, rimane confermato che questo secondo episodio potrebbe essere contraddistinto da un asse d’onda più inclinato con movimento di masse Artiche di matrice più continentale (assetto tipo “Scand +” come alcuni di voi hanno fatto notare nei commenti al primo articolo).
In questa fase, in seguito alla fase di picco delle due onde, possiamo ipotizzare  un aggancio tra la Wave 2 e la Wave 3, con la strutturazione di un Ponte di Weikoff.  Secondo i nostri dati questa dinamica  potrebbe presentarsi come la finestra  temporale più incisiva del Trimestre Invernale.

• Tra i due picchi di attività d’onda riscontriamo una «pausa» più marcata e duratura della Wave 2, con conseguente prevalenza del flusso zonale in atlantico e di un pattern che vedrebbe la presenza simultanea della Wave 1 sul settore Pacifico/Americano e Wave 3 sul settore asiatico/indiano (con conseguente schema tipo “displacement”).
In aggiunta, il nuovo affinamento modellistico ha consentito di computare anche il valore complessivo medio dell’attività d’onda che, per la prossima stagione invernale, si attesta su un valore moderato in relazione al parco d’anni sin qui analizzato.
Questo ci indica che il tasso complessivo delle forzanti troposferiche che andranno a «modellare» il Vortice Polare sarà complessivamente moderato.

Le seguenti immagini costituiscono l’aggiornamento modellistico delle principali attività d’onda individuate:





Si coglie infine l’occasione per ribadire nuovamente come le valutazioni sin qui esposte, lievemente aggiornate/implementate a seguito degli ultimi recenti sviluppi modellistici, risultano ancora incomplete in pendenza del parametro previsionale delle velocità medie zonali del Vortice Polare.

Difatti, come già espresso, soprattutto per un caso come quello in esame (in cui la forzante Troposferica appare complessivamente moderata e quindi non molto forte), qualora le velocità zonali del VP risultassero su valori medi/elevati, gli effetti dell’attività d’onda, anche nelle fasi di picco, risulterebbero di entità contenuta/modesta (o addirittura inesistenti nel caso l’indice zonale risultasse molto positivo).
Viceversa, in presenza di un indice zonale negativo, non solo le fasi di attività d’onda sarebbero pienamente confermate nei tempi e nei modi sin qui descritti, ma anche i periodi di “maggior stasi d’onda” potrebbero assumere caratteristiche di miglior dinamismo (ad esempio con contributi nord-atlantici durante l’assetto “displacement” a cavallo delle due principali fasi d’onda, ovvero con un assetto retrogrado/antizonale ad inizio Febbraio).

Riguardo al suddetto nuovo parametro previsionale delle velocità medie zonali del Vortice Polare Invernale (che sarà nominato «PZWI – Polar Zonal Wind Index»), il nostro team di ricerca è in costante lavoro (in basso un'anteprima dell’immagine emisferica del nuovo parametro...).
Tuttavia, trovandoci nel campo della ricerca, non possiamo prevedere quando tale nuovo parametro sarà pronto per il relativo utilizzo.
Certo che, per il prossimo appuntamento autunnale del 2025, contiamo di potervi offrire finalmente una valida alternativa agli attuali modelli di calcolo stagionali.




Riccardo Valente, Alessandro Pizzuti, Fabio Gervasi, Filippo Casciani, Lorenzo Allegri


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